giovedì 30 gennaio 2014

quello che nessuno vi dirà mai sulla maternità


Non so bene com’è successo.
E’ cominciato tutto con piccoli segnali; un groppo in gola quando sentivo una canzone romantica. Un nodo allo stomaco quando vedevo certe immagini crude al telegiornale.
Un brutto sogno in seguito a notizie di cronaca toccanti, specie se riguardavano bambini.

Poi ha cominciato a peggiorare: fiumi di lacrime guardando un film drammatico, montagne di kleenex leggendo libri che parlavano di madri, figli perduti, tragedie familiari.

Infine è degenerata: piangere alla visione della pubblicità Ikea e commuoversi fino alle lacrime per un post idiota su Facebook.

Sono diventata una pappamolle.

lunedì 27 gennaio 2014

di che genere sei?


Sulla scia di ispirazione omofila, vi racconto quel che mi è successo sabato al parco giochi con Pupi.
Combinazione…
Succede che due bambine si ritirano in un cantuccio a giocare con trucchi e smalti.
E che Pupi, che ama in genere la compagnia di bimbi più grandi (i maschi perché fanno la lotta e gli lasciano fare quello che vuole dato che è un nano, le femmine perché se lo coccolano come mammine dato che è un nano), si fionda a curiosare cosa stavano facendo.
Non vi dico, non appena ha visto lo smalto rosa sulle loro mani ha cominciato a frignare “anche io anche io”.
Sofia, che aveva il tubetto di smalto in mano dice “ va bene, però prima aspetta che finisco di dare lo smalto a Matilde”.
Matilde era invece poco convinta
“ma sei un maschio!”
Alè, penso io.
Sofia aveva la lentezza e la precisione dell’onicotecnica consumata, e sghignazzava ogni volta che, finito un dito, Pupi cominciava a saltellare “ora io, ora io!”

mercoledì 22 gennaio 2014

omofobia portami via


Oggi c’ho il belino girato.
Sarà la ramata d’acqua che mi son presa in scooter venendo in ufficio.
O che mi devono venire.
O che apro facebook e mi tocca leggere una bestialità del genere.

Ma io dico: ma che problema avete coi gay?
Ve lo chiedo sul serio su, omofobi dell’ultima ora, spiegatemi il vostro punto. Perché io proprio non c’arrivo.
Ho dei limiti, evidentemente. IO

Che già la settimana scorsa mi sono gettata per sbaglio nella fossa dei leoni in una discussione dell’esimio Sig. POVIA.
Oh yeah, proprio lui, che cantava “Luca era gay e ora ama lei”.
E ce l’aveva che questi poveri pervertiti, pretendono pure di essere in grado di tirare su un bambino mentalmente sano.
E visti i risultati di due genitori eterosessuali sul povero Povia, evviva i genitori gay, dico io.

sabato 18 gennaio 2014

Italian mothers - parte II


Vi avevo lasciato col mio patetio e orribile tentativo di far passare per oro lucente i miei regali di latta... 
Ma non è finita qui.

Finiti i convenevoli vado a farmi le doccia con Pupi e a preparami per la serata.
Prima di entrare in bagno chiedo a Biancaneve un phon, anzi un hairdresser, memore di quando, prima volta in famiglia in Inghilterra, alla richiesta di un phon mi portarono il telefono, per scoprire che nel profondo Nord Europa invece si dice “phon”, ma con la “o” stretta come il vento africano. Bizzarrie linguistiche d’oltralpe.
Entriamo in questo bagno immacolato, che sembrava un mix tra un calidarium e una Spa, e riusciamo a lavarci senza grossi danni, a parte il fatto che penso di essermi lavata con olio per capelli perché fra i 36 bottiglini diversi sulla mensola non sono riuscita ad individuare shampoo e bagnoschiuma, a causa delle etichette scritte in un'idioma incomprensibile.
Tento inutilmente di far dormire Pupi prima di cena, che è sempre più scatenato e stanco, ma invano.

E in camera da letto scopro il tesoro di Biancaneve: in un angolo, una montagna di sacchetti e scatoline di tutti gli oggetti Swarosky acquistati e ricevuti in regalo negli anni, e conservati come reliquie.
Cazzo e stracazzo. Scusate la volgarità.

sabato 11 gennaio 2014

Italian Mothers - I parte



Ecco, io lo sapevo che sarebbe successo di nuovo.
Volete sapere cosa? Ma tutto il teatrino dell'imbarazzo di essere italiani all’estero di cui vi ho già parlato, solo che questa volta la causa del mio imbarazzo non è stata la nostra meravigliosa classe politica, bensì il mio adorato nano duenne.

Cominciamo dall’inizio: una coppia (mista per inciso) di amici dell’uomo nero ci invita nel profondo Nord Europa, dove vivono, alla festa di laurea di lei.
Meraviglia! 3 giorni via da tutto, e prendiamo l’aereo così Pupi diventa matto di felicità!
Nei giorni che seguono M., la festeggiata, mi scrive spesso su FB per sapere di cosa ha bisogno Pupi, una gentilezza imbarazzante; nell’ultimo messaggio fa solo un vago cenno ad un abbigliamento un po’ più formale per la festa, ma avendoli già conosciuti non mi preoccupo più di tanto. Festa di laurea, giovani, amici del fidanzato che arrivano corredati di tamburi… ci sarà da divertirsi!
Mai errore fu più clamoroso…